"La rivoluzione del biocontrollo è ora", Alessandra Moccia
Suterra
20-nov-2024 23.56.43

L'ABIM 2024 (Annual Biocontrol Industry Meeting) ha chiarito che stiamo vivendo un momento cruciale per l'industria del biocontrollo.
Con 2.040 partecipanti, l'evento ha rispecchiato il crescente interesse per queste soluzioni innovative e sostenibili per il controllo dei parassiti in agricoltura, che riducono al minimo e addirittura evitano l'uso di insetticidi convenzionali. Alessandra Moccia, vicepresidente dell'IBMA e Senior Director of Global Regulatory Affairs in Suterra, condivide le sue riflessioni su questo importante congresso, il più rilevante del settore del biocontrollo, che si è tenuto poche settimane fa a Basilea, in Svizzera.
Per Alessandra Moccia, la massiccia partecipazione al congresso e il coinvolgimento di nuovi attori, tra cui alcuni agricoltori, evidenzia la necessità e il desiderio di implementare soluzioni di biocontrollo su larga scala. Questo non è limitato solo all'industria, ma rappresenta una convergenza di interesse da parte di più settori.
“Il biocontrollo non è più un'opzione, ma una necessità per un'agricoltura più sostenibile”, afferma.
I vantaggi del biocontrollo sono innegabili: esso migliora la sostenibilità dei sistemi di produzione integrati e contribuisce a garantire un mondo in grado di nutrire le generazioni future. Tuttavia, il settore deve ancora affrontare sfide significative, come la mancanza di conoscenza e i falsi miti sull’efficacia del biocontrollo e sui suoi costi.
Tra i principali ostacoli che il settore deve affrontare, Moccia ha sottolineato la necessità di educare e formare nuovi agronomi e agricoltori sul biocontrollo. Il biocontrollo è spesso percepito erroneamente come costoso, inefficace, difficile da applicare o che funziona solo se si seguono regole molto specifiche. Quest'ultimo aspetto è vero, ma lo è anche per un insetticida convenzionale.
“Se si applica un ovicida quando ci sono già le larve, non funziona. Per il biocontrollo è lo stesso, non è così diverso, non è più difficile, non ci sono regole più severe e non è necessariamente più costoso. Questi falsi miti dovrebbero essere superati: era così 20 anni fa ma non più, il biocontrollo si è evoluto molto”.
Un'altra sfida è rappresentata dai processi di registrazione e approvazione. Alessandra Moccia cita il caso paradigmatico del Brasile, dove la registrazione di un prodotto di biocontrollo basato su un nuovo principio attivo può essere completata in soli due anni, mentre in Europa questo processo può richiedere fino a sette anni. Il confronto illustra come politiche favorevoli e quadri normativi efficienti possano accelerare l'adozione del biocontrollo. La volontà politica dell'Europa di migliorare questi processi è uno sviluppo promettente, ma sono necessarie azioni concrete per rendere questa rivoluzione sostenibile e scalabile.
Suterra sta svolgendo un ruolo chiave nel sostenere e promuovere il biocontrollo presso gli agricoltori, non solo da un punto di vista tecnico, ma anche attraverso iniziative di sensibilizzazione che mettono in contatto più stretto gli agricoltori, come ad esempio “Custodi della terra”. Questo progetto di sensibilizzazione non solo mette in evidenza le soluzioni di Suterra, ma promuove anche buone pratiche sostenibili di gestione integrata dei parassiti, contribuendo all'espansione del biocontrollo.
“È uno sforzo per andare oltre il linguaggio tecnico che ha predominato nel settore, puntando a una comunicazione più accessibile e divulgativa, che ispiri agricoltori e consumatori”, spiega Moccia.
Alessandra sottolinea inoltre l'importanza della collaborazione tra pubblico e privato per promuovere l'uso del biocontrollo in agricoltura. L'industria del biocontrollo deve collaborare con le istituzioni pubbliche per educare ai vantaggi e agli usi di queste tecniche.
“Progetti come quelli sviluppati da Suterra, che includono collaborazioni con la pubblica amministrazione, dimostrano come queste sinergie possano risolvere problemi reali, come il controllo dei parassiti nelle risaie del Parco Naturale dell'Albufera a Valencia, una storia di successo mondiale del biocontrollo”.
Per Alessandra Moccia il messaggio è chiaro: la rivoluzione del biocontrollo sta avvenendo ora.
“All'ABIM, per la prima volta, ho sentito che anche gli agricoltori chiedono attivamente soluzioni di biocontrollo. Questo è un cambiamento molto importante, perché non si tratta più di un modello in cui il fornitore impone un'innovazione, ma diventa una risposta diretta a un bisogno espresso dal cliente. Quando la richiesta viene dagli agricoltori, l'impatto e l'adozione sono molto maggiori”.
È un dato di fatto che la domanda di queste soluzioni sta crescendo, ed è arrivato il momento di agire e consolidare una loro diffusa adozione. La speranza di Moccia e di molti operatori del settore è che sempre più agricoltori aderiscano a forum come quello dell'ABIM, rafforzando la sostenibilità delle pratiche agricole e migliorando il futuro di tutti.
“Con iniziative come quelle promosse da Suterra e il sostegno al settore da parte di leader attivi, il biocontrollo è pronto a diventare un attore protagonista nel percorso verso un'agricoltura più verde e resiliente”, conclude Moccia.